Malformazioni vascolari (VM e AVM)

Le malformazioni Venose (VM) e Artero Venose (AVM)  fanno parte di una famiglia più ampia che comprende anche le malformazioni linfatiche e le  malformazioni piane.

Possiamo chiamarle in termini colloquiali emangiomi anche se ormai il termine più corretto è

Descriveremo in questa sezione le  malformazioni venose e arterio venose, affezioni  passibili di trattamento mediante embolizzazione, tecnica di cui poi andremo a parlare in seguito.

Le malformazioni venose o VM ( fig1) sono presenti generalmente dalla nascita, ma si manifestano successivamente durante l’adolescenza o anche in età più avanzata e sono  dovute ad  un’ alterazione morfostrutturale funzionale del sistema venoso centrale o periferico. 

fig 1 Malformazioni venose  o VM

Possono essere superficiali (quindi cutanee) o muscolari. Le dividiamo in periferiche, cranio facciali e infraossee. 

Sono  malformazioni che possono causare  dei problemi al  paziente di varia natura perché occupano spazio,  possono rendersi responsabili di dolori o possono essere purtroppo anche antiestetiche, soprattutto quando sono superficiali quindi a carico della la cute.

Esiste poi anche un secondo tipo di malformazione ancora più complessa delle VM, malformazione che prende i nome di AVMo  malformazione arterovenosa. Questo secondo tipo di malformazione è costituita non solo da vene ( come invece si osserva appunto nel primo tipo), ma anche da arterie. 

Nella malformazioni artero-venose, le arterie che dovrebbero arrivare a veicolare sangue ossigenato fino a livello capillare bypassano i capillari e si gettano direttamente nel letto venoso in strutture chiamate venule, che non sono altro che vene di piccolissime dimensioni (fig 2). 

Fig 2 Malformazioni artero-venose

Questo fa sì purtroppo che ci sia un passaggio anticipato di sangue dal letto arterioso  al letto venoso e questo comporta generalmente  un aumento considerevole  della pressione venosa, che invece non dovrebbe verificarsi. La pressione arteriosa ha infatti valori di circa  80/120 mmhg in condizioni normali, mentre la pressione venosa  di circa 2/4 mmhg. La pressione venosa è quindi  una pressione molto bassa rispetto a quella arteriosa, ma nel momento che si verifica un passaggio di sangue diretto tra arteria e vena, la pressione venosa si trova inevitabilmente ad aumentare  significativamente e questo può, in alcuni casi, arrivare anche a creare  scompensi  a livello cardiaco. 

Infatti, in caso di un passaggio diretto tra arterie e vene senza il fisiologico passaggio di sangue dai capillari arteriosi a quelli venosi il cuore può anche trovarsi  a subire un sovraccarico importante di ritorno venoso con, nel tempo,  anche delle serie problematiche correlate a questo fenomeno. 

Le presenza di AVM è molto spesso  ben nota ai pazienti che ne soffrono, possono essere suddivise  in vari tipi in base alla loro anatomia (fig 3) e nei casi più favorevoli essere trattate con la  tecnica dell’embolizzazione.

Fig 3 Malformazione arterovenosa AVM

Fino a poco tempo fa invece, purtroppo, dovevano essere escisse chirurgicamente, quando possibile, quindi sottomettendo il paziente a degli interventi veramente invasivi, anche ripetutamente.

L’embolizzazione è tecnica che viene eseguita da piu’ di 20 anni ed è un intervento che permette di trattare in maniera mininvasiva sia le malformazioni venose o VM che quelle arteriovenose o AVM.

Embolizzazione: in cosa consiste

L’embolizzazione è una tecnica che si esegue passando dall’inguine mediante un minuscolo forellino cutaneo, eseguito con una semplicissima  anestesia locale.

Nel caso della malformazione venosa si va a pungere la vena femorale comune, nel caso di una malformazione artero venosa si dovrà necessariamente accedere anche dall’arteria femorale comune. 

Successivamente si introduce un piccolissimo tubicino, chiamato catetere, all’interno dell’arteria femorale comune. Una volta giunti con il catetere all’interno  della  malformazione il medico radiologo  ( il medico preposto all‘embolizzazione)  inietta uno sclerosante.

Se si tratta di malformazione venosa generalmente si utilizza uno sclerosante tipo atossisclerolo, quindi lo stesso farmaco impiegato per trattare le varici venose agli arti inferiori. 

Quando invece si embolizzando malformazioni artero-venose il discorso è molto più complesso. 

A volte oltre lo sclerosante si utilizzano materiali più sofisticati come spirali metalliche o colle dedicate (fig 4). 

Fig 4 Spirali metalliche o colle dedicate

Le malformazioni venose e arterovenose possono tuttavia essere anche embolizzate per puntura diretta, e cioè entrando direttamente all’interno della malformazione  attraverso un ago specifico dal quale si può poi embolizzare direttamente (fig 5). 

Fig 5 Embolizzazione

Questo approccio è generalmente riservato a malformazioni superficiali e quindi più facilmente aggredibili mediante puntura diretta.

È  importante specificare che la  malformazione artero-venosa è effettivamente  più complessa di quella venosa e  volte  può  richiedere più di un trattamento. Lo  scopo principale del radiologo interventista è quello di distruggere il nidus cioè la parte centrale  della malformazione. 

Per fare un esempio molto semplice ma altamente rappresentativo, una malformazione  può essere costituita  da una o più arterie   che arrivano ad un nidus centrale, da considerarsi una sorta di  “piazza” . Da questa piazza  partono poi una o piu vene di drenaggio.  Spesso, invece che andare a chiudere arteria per arteria e vena per vena il radiologo interventista  va a chiudere direttamente la “piazza” o nidus in modo che tutte le arterie e  tutte le vene a questo punto risultino bloccate.  

Chiudere il nidus, la parte centrale della malformazione è il principale target del trattamento.

L’ embolizzazione delle malformazioni  artero-venose  richiede tantissima  esperienza. 

Nella malformazione venosa i risultati sono ottimi spesso, inoltre il trattamento  non è estremamente complesso perché una volta  entrati all’interno della malformazione venosa la semplice iniezione di  sclerosante conduce ad ottimi risultati.  

Nella malformazione arterio venosa Invece è di fondamentale importanza  prestare attenzione sia alle vie di afflusso (arterie) che a quelle di deflusso (vene), oltre che ovviamente al nidus.  E’ inoltre estremamente importante che l’operatore sappia  iniettare il materiale  nel punto più corretto  scegliendo inoltre sempre il materiale più indicato a seconda del caso e della sede da trattare. 

Il radiologo interventista deve essere anche molto esperto per poter  capire quali AVM siano passibili di intervento e quali no perché a volte embolizzare delle malformazioni artero venose può portare anche al peggioramento della sintomatologia. Sarà proprio l’esperienza dell’operatore a suggerirgli quando intervenire perché in grado di migliorare la situazione  e quando invece non intervenire per il rischio di creare nel tempo recidive di malattia più importanti della malattia originaria. 

E’ quindi importante affidarsi a medici altamente esperti nel campo dell’embolizzazione delle malformazioni vascolariche sappiano anche indirizzare dal principio il paziente sulla diagnostica da eseguire per poter valutare correttamente anatomia, posizione ed estensione della malformazione, oltre che saper individuare l’eventuale coinvolgimento di tessuti ed organi adiacenti alla lesione in esame.

Le malformazioni artero-venose sono patologie complesse che consistono in anomalie vascolari in cui le arterie, spesso ipertrofiche, confluiscono in una o più vene di scarico saltando il letto capillare (che fisiologicamente riduce la pressione). Il trattamento è spesso multidisciplinare: endovascolare, neurochirurgico e radiochirurgico.