La terapia chirurgica tradizionale, come il bypass arterioso, ha subito una riduzione nell’utilizzo a causa dei continui avanzamenti delle tecniche endovascolari come l’angioplastica. Tuttavia, in alcuni casi, il bypass arterioso o l’endarterectomia (rimozione di una placca) possono ancora essere la scelta migliore, soprattutto nel paziente diabetico.
Bypass Arterioso
Il bypass arterioso viene utilizzato non solo nel cuore per bypassare un’arteria coronaria occlusa o ristretta da una placca aterosclerotica, ma anche in altre arterie, comprese quelle degli arti inferiori. Questo è particolarmente vero nel paziente diabetico, dove l’occlusione completa delle arterie delle gambe è più frequente rispetto alla popolazione generale.
Nel caso di arterie occluse nella coscia o nella gamba, è possibile utilizzare un tratto della vena safena (presente nella gamba) come bypass. Questo tratto di vena safena viene prelevato senza provocare disturbi circolatori e viene utilizzato per bypassare la zona occlusa dell’arteria. Nel tempo, la vena safena prelevata diventa più simile a un’arteria, con una parete più robusta, a causa delle maggiori sollecitazioni pressorie cui è sottoposta rispetto alle vene.
Quando il bypass arterioso viene eseguito con un tratto di vaso prelevato da un altro individuo, possono verificarsi fenomeni di rigetto iniziali. Tuttavia, nel corso del tempo, avviene un’intensa attività di ricostruzione dei tessuti, e il vaso sanguigno estraneo viene rivestito da un nuovo strato superficiale, rendendo efficace il bypass. Tuttavia, attualmente si preferisce utilizzare vasi artificiali per evitare il rischio di rigetto.
Endoarterectomia
Esatto, hai fornito una descrizione accurata dell’endoarterectomia. Si tratta di una procedura chirurgica a cielo aperto volta a rimuovere placche ostruenti presenti in diversi punti dell’asse vascolare, specialmente a livello dell’asse iliaco (nell’area vicino all’inguine) e dell’asse femorale (nella zona della coscia). Questa tecnica è decisamente invasiva ma offre il vantaggio di liberare completamente il vaso dai depositi di placca che possono causare significativa riduzione o ostruzione completa del flusso sanguigno a valle.
L’endoarterectomia è particolarmente indicata e ancora considerata la migliore opzione terapeutica per trattare placche che causano riduzione del flusso sanguigno nella biforcazione tra l’arteria femorale superficiale e l’arteria femorale profonda. In questi pazienti, si preferisce evitare, quando possibile, l’utilizzo di tecniche endovascolari come il posizionamento di stent all’origine dell’arteria femorale superficiale.
Questo approccio chirurgico può essere preferito in alcune situazioni specifiche, ad esempio quando le placche sono particolarmente estese o calcificate, rendendo difficile il trattamento endovascolare o quando l’angioplastica e il posizionamento dello stent potrebbero portare a risultati subottimali o meno duraturi.
Tuttavia, come in ogni procedura medica, la scelta della tecnica migliore dipende dalle specifiche caratteristiche del paziente, dalla gravità e localizzazione delle lesioni vascolari e dalla valutazione complessiva del rischio e dei benefici della procedura. La decisione finale sul tipo di intervento sarà presa dal team medico, considerando tutti questi fattori e tenendo conto del benessere generale del paziente.